La Mornasca conosciuta anche con il vecchio nome di “Uva di Mornico” (riferente al paese di Mornico Losana) è un vitigno a bacca nera che si può coltivare esclusivamente all'interno della provincia di Pavia.


Le origini della varietà sono incerte, le uniche fonti storiche scritte a riguardo sono quelle riportate nei Bollettini del Comizio Agrario di Pavia nelle annate 1884-1887 e riferenti ad un'uva dal nome "Ugone", successivamente chiamata "Ugone di Mornico" e poi "Uva di Mornico".


Le recenti analisi genetiche non sono state in grado di fornire chiarimenti riguardo alle sue origini e parentele tantè che inducono a ritenerla una delle più antiche varietà dell'Oltrepò Pavese.


Molto diffusa nel Territorio di Mornico Losana fino agli anni 80' del secolo scorso veniva usata per soddisfare la domanda di grandi quantitativi provenienti dal milanese, in quanto produceva rese piuttosto abbondanti.


Tuttavia, essa venne abbandonata dalle generazioni successive di vignaioli, che per svariati motivi la sostituirono (fino praticamente a scomparire) con vitigni che sembravano prestarsi meglio a una vinificazione in linea con il mercato coevo.


L'anno della svolta fu il 2005, quando Domenico Cuneo ebbe modo di scoprire le potenzialità di questo vitigno grazie a un piccolo vigneto di nostra proprietà che si era conservato. Quell'anno, le potature corte da noi effettuate al fine di attenuare le alte rese della pianta in combinazione con una vendemmia tardiva causata da avverse condizioni atmosferiche fruttarono un rosso con caratteristiche opposte a quelle del vino ottenuto in passato. Fu così che sperimentammo la prima annata del nostro nuovo prodotto.

 

Da quel momento e grazie ad uno studio condotto dall'Università di Milano, l'“Uva di Mornico”, che per moltissimo tempo era rimasta senza denominazione, potè essere inserita nel registro nazionale delle varietà di vite e prese il nome di “Mornasca”.


Il nostro progetto tuttavia prese forma solo alcuni anni dopo, in seguito all'impianto di un nuovo vigneto di uva Mornasca e grazie alla versatilità di questo vitigno, oltre ad un rosso importante ottenuto lasciando sovrammaturare i pochi grappoli rimasti sulla pianta, siamo in grado di ottenere una seconda tipologia di vino con caratteristiche evidentemente molto diverse: un grande spumante rosato. Per la produzione di questo vino, raccogliamo le uve secondo le tempistiche tradizionali.